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Intervista con l'autore... Guido Bruscia!

Intervista con l'autore... Guido Bruscia!

Elika ha incontrato l'autore di successo Guido Bruscia...

Elika ha incontrato l'autore di successo Guido Bruscia, personal trainer, istruttore, consulente e molto di più, per conoscere meglio il suo ultimo libro, la nuova edizione di "Allenamento funzionale. Manuale scientifico".

Quali sono i punti di forza del libro "Allenamento funzionale"?

Secondo me il primo punto di forza è la parte di fisiologia "facile", perché spiega in maniera accessibile a tutti come funziona il nostro corpo, i motivi per cui facciamo una certa cosa e le ragioni per cui è nata la Functional Training School. Diversi enti di formazione tengono corsi di funzionale in cui si limitano a mostrarti esercizi diversi, ma non ti spiegano perché li fai in maniera diversa, cioè non ti danno il metodo, che secondo me è invece la base da cui parte tutto il resto. Quindi, sicuramente, la parte di fisiologia "facile".

Il secondo punto di forza è che le foto della parte pratica sono molto esplicative. Non ho voluto fare le due classiche foto "inizio" e "fine", dove molto spesso non capisci la tecnica e come si è sviluppato l'esercizio.

Infine, il terzo punto di forza è la discussione inserita alla fine di ogni esercizio, che secondo me è molto importante perché mi sono messo nei panni di chi vedendo un esercizio può avere qualcosa da dire. E allora lo precedo io: "So che avresti da dire questo, e infatti ti rispondo dicendoti che è stato fatto per questo motivo".

Quindi direi che i tre punti di forza sono la parte di fisiologia, illustrazioni molto complete e le discussioni finali.

La nuova edizione aggiornata di "Allenamento funzionale" include un approfondimento sugli utilizzi del dado box. Quale importanza ricopre questo attrezzo nel tuo allenamento?

Enorme! Lo dico sempre: saltare è una delle cose che ci piace di più fare da piccoli, ma ce ne dimentichiamo completamente da adulti. Quando io prendo una persona, la metto davanti a un gradino basso e le dico di saltare, quella persona ha paura. Nelle mie lezioni inizio con il dado box basso, poi aggiungo quello intermedio. È bellissimo vedere come le signore e le ragazze che alleno si liberano dai vincoli e dalle paure e iniziano a saltarli. E sono le prime a esultare. Esultano come folli per essere riuscite a saltare lì sopra. E a quel punto si sbloccano. Sbloccarsi è come tornare liberi. Perché questo è quello che ci chiede il funzionale, no? Non abbiamo limiti, ce li mettiamo noi da soli. Saltare è una delle cose più belle e in sé è anche un gesto atleticamente notevole, perché ha tutto. Potenza, coordinazione, forza: è tutto dentro al salto.

Una sezione completamente nuova di "Allenamento funzionale" è esercizi in coppia a corpo libero. Perché l'esigenza di questo inserimento?

Perché la cosa che impari quando inizi a lavorare bene nel funzionale è che il primo attrezzo di cui ci dimentichiamo è il nostro corpo. Non saremo mai bravi a gestire un peso esterno se prima non sapremo gestire il nostro corpo. Una volta fatto questo passo, la difficoltà aumenta. Il passo successivo, per aumentare il grado di allenamento, è confrontarti con un altro corpo. Non con un peso fisso e immobile che non si ribella, ma con un corpo vivo, una forza che ti contrasta e si oppone a te.

È un doppio allenamento, un allenarsi su più fronti. A livello di risposte fisiologiche, nervose, ormonali, questo dà molti più risultati rispetto al maneggiare un attrezzo.

Tra gli attrezzi utilizzati negli esercizi del tuo libro quale reputi il più utile per l'allenamento funzionale?

Non ne posso dire due? Perché quello che reputo più utile, per usare una provocazione, è il nostro corpo, che è il primo attrezzo di cui ci dimentichiamo. I miei corsi di allenamento funzionale non possono esistere se il primo giorno non faccio corpo libero. E vi garantisco che lì le persone scoprono se stesse, sentono muscoli che non hanno mai sentito, vedono esercizi che non hanno mai provato.

Poi io ho una venerazione, un debole, per il kettlebell. Lo dico sempre: basta che teniate un kettlebell mentre andate in giro ed è già un esercizio, basta che lo facciate oscillare o ruotare ed è già un esercizio. È un attrezzo straordinario.

Se dovessi stilare la Top 3 dell'allenamento funzionale, quali sono i tre esercizi fondamentali che sceglieresti, tra quelli contenuti in "Allenamento funzionale"?

Troppo difficile. Ci sono tanti esercizi importanti. Tra i primi posti metterei sicuramente il Burpees, perché è un esercizio che ha tutto. Sicuramente metterei lo Snatch con il kettlebell, che è simile al Burpees, perché ha tanti punti di forza. Poi metterei, paradossalmente, non tanto uno Squat, ma un Affondo walking (Walking lunge), perché lavora gluteo, coscia e quindi la catena estensoria dell'anca in angoli che funzionalmente utilizziamo spesso, ma in palestra alleniamo poco. Tanto per dare un'idea, i cosiddetti Affondi sul posto attivano solo parzialmente la catena estensoria dell'anca, perché lavorano solo sulla sua azione, che è la flesso-estensione. Manca la funzione, che è la propulsione. Per avere la propulsione, io non posso rimanere sul posto, ma devo spingere. Perciò questo esercizio va fatto camminando. E a quel punto diventa funzionale. Ecco perché metterei anche l'Affondo walking tra gli esercizi fondamentali.


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