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I principi fondamentali dell'allenamento

I principi fondamentali dell'allenamento

Le basi del fitness

In questo articolo, tratto da Principi di metodologia del fitness di Antonio Paoli e Marco Neri, vedremo insieme i principi fondamentali dell’allenamento.

Sovraccarico

Si è visto come praticare una forma di attività fisica a un livello superiore alla norma provochi delle modificazioni biologiche tali da indurre un miglioramento delle qualità richieste da tale attività. Al fine di ottenere una stabilizzazione dei risultati ottenuti e un incremento continuo delle qualità ricercate, sarà necessario, quindi, stressare l’organismo con carichi di lavoro di entità progressivamente crescente.

Specificità


Il processo allenante induce modificazioni metaboliche e fisiologiche specifiche in risposta al tipo di sovraccarico imposto. Un programma di forza o potenza porterà, quindi, a modificazioni ben diverse da quanto ottenuto con l’allenamento aerobico di resistenza e i benefici dell’una o dell’altra forma di allenamento rimarranno specifici. Un programma allenante deve quindi essere mirato alle qualità ricercate.

Individualizzazione


Esistono differenze individuali tra soggetto e soggetto, derivanti dal patrimonio genetico, livello di allenamento, fattori ambientali, ecc. È quindi impensabile che tutti i soggetti che si dedicano a un programma di allenamento partano dallo stesso livello e rispondano in eguale modo. Gli effetti dell’allenamento sono quindi ottimizzati se l’entità del lavoro imposto è tarato sulle capacità individuali e su un obiettivo specifico posto in base alle reali possibilità del singolo.

Recupero


In seguito a un allenamento entrano in azione quei meccanismi biologici che porteranno a un adattamento organico allo stress dato. La supercompensazione, ovvero il miglioramento delle qualità allenate, potrà avvenire però solo dopo che il sistema avrà ripristinato le condizioni antecedenti l’avvento dello stress allenante. L’incremento di una data qualità non avviene durante l’esecuzione di un programma allenante, ma durante la fase di recupero in risposta al danno causato dall’allenamento.

La mancata osservanza delle tempistiche necessarie all’organismo al fine di riparare al danno prodotto durante la seduta porta non solo al mancato incremento della condizione fisica, ma a un peggioramento delle qualità allenate e a un decremento della generale condizione di salute dell’atleta. Il sottoporre il sistema a nuovi stress prima dell’avvenuto recupero provoca ulteriori danni, fino a sfociare nel sovrallenamento (OTS, Over Training Syndrome).

Reversibilità


Come è necessario recuperare sufficientemente tra diverse sedute allenanti, è altrettanto fondamentale che il periodo di inattività non perduri troppo a lungo, in quanto il deallenamento si verifica abbastanza velocemente. Come già accennato in precedenza, il mantenimento di qualità aggiuntive richiede un dispendio energetico extra e nessuna struttura non necessaria sarà quindi mantenuta. Una norma valida per qualunque atleta di qualsiasi disciplina a tutti i livelli è che anche gli effetti di anni di allenamento sono transitori e reversibili.

Al fine di ottenere il massimo incremento delle qualità ricercate è quindi necessario non solo attendere l’avvenuto ripristino del punto di omeostasi ma fornire un nuovo stimolo allenante una volta raggiunto l’adattamento prima che la condizione fisica inizi nuovamente a decrescere.